mercoledì 26 agosto 2020

I tre ladri

I tre ladri film del 1954
diretto da Lionello De Felice.

Comico
Italia/Francia 1954
Regia Lionello De Felice
Durata 100 min

Interpreti e personaggi
Totò: Tapioca
Gino Bramieri: l'industriale Edmondo Ornano
Simone Simon: la signora Noris Ornano
Giovanna Ralli: Marietta, la cameriera
Jean-Claude Pascal: Gastone Cascarilla
Virgilio Riento: il commissario Zannini
Turi Pandolfini: l'uomo delle invenzioni
Bice Valori: Aida
Claudio Ermelli: l'avvocato della difesa
Mario Castellani: l'avvocato di Ornano
Memmo Carotenuto: Battista, il maggiordomo
Camillo Pilotto: il presidente del tribunale
Lauro Gazzolo: il Pubblico Ministero
Nino Milano: vicecommissario Catalucci
Salvo Libassi: il pizzicagnolo
Carlo Sposito: Michele, il capo secondino
Laura Gore: la nobile conosciuta da Tapioca
Isarco Ravaioli: un secondino
Dina Perbellini: amica di Noris
Achille Majeroni: un industriale
Nico Pepe: un industriale
Salvo Libassi: un salumiere
Loris Gizzi: affarista imbroglione
Pina Renzi: cartomante
Luciano Bonanni: cliente del salumiere

1911. Tapioca è un povero ladro di galline che si fa prendere spesso. Per scappare da un negoziante dopo il furto di un salame, precipita tramite un lucernario in una casa signorile deserta. Dopo essersi saziato con le vivande rinvenute in cucina incontra il suo vecchio "apprendista" Gastone Cascarilla, divenuto nel frattempo ladro di classe: impeccabile in frac, cilindro e redingote, vuole estorcere dei soldi alla moglie del ricco imprenditore Ornano, proprietario della casa.

Gastone, in possesso delle lettere che la moglie ha inviato a uno dei suoi numerosi amanti, si fa dare la combinazione della cassaforte da questa. Riesce così a rubare 10 milioni e a scappare indisturbato. Tapioca invece rimane ancora nella casa e viene scoperto mentre scappa. Identificato da Ornano in quanto pregiudicato viene arrestato perché creduto lo svaligiatore della cassaforte. Ornano vuole a tutti i costi riottenere il denaro rubato in quanto senza di esso finirebbe in bancarotta. Quei soldi infatti gli permettevano di reggere l'intero impero finanziario di cui era proprietario fungendo via via da "anticipo" per tutta una serie di operazioni al limite della legalità. Per convincere Tapioca a rivelare dove ha messo i soldi Ornano decide di riempirlo di regali. La vita in carcere di Tapioca diventa quindi molto lussuosa, la sua cella è dotata di ogni comodità, con i secondini che si trasformano in servitori e camerieri.

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