diretto dal regista Mario Mattoli, e tratto
dall'omonima farsa (O miedeco d'e pazze)
di Eduardo Scarpetta.
Commedia
Italia 1954
Regia Mario Mattoli
Durata 84 min
Interpreti e personaggi
Totò: Felice Sciosciammocca, sindaco di Roccasecca
Tecla Scarano: Concetta, la moglie
Maria Pia Casilio: Margherita, la figlia
Aldo Giuffré: Ciccillo, il nipote
Giacomo Furia: Michele
Vittoria Crispo: la signora Amalia
Nora Ricci: Rosina, figlia della signora Amalia
Mario Castellani: il signor Cristaldi
Franca Marzi: signora Cristaldi
Amedeo Girard: don Carluccio
Carlo Ninchi: Otello, l'attore fratello di don Carluccio
Nerio Bernardi: il colonnello Pizzo Scevola
Ugo D'Alessio: il musicista
Pupella Maggio: la vedova
Anna Campori: Carmela, cameriera della pensione
Diana Dei: prostituta in strada
Enzo Garinei: cameriere del bar
Nicola Maldacea Jr.: giardiniere del Villino de Rosa
Gianni Partanna: medico del pronto soccorso
Ughetto Bertucci
Silvana Jachino
Mario Passante
Rosita Pisano: cameriera del villino de Rosa
1911. Ciccillo, giovane nullafacente, da anni vive a Napoli alle spalle dello zio Felice il quale crede di pagare al ragazzo gli studi di medicina.
Quando Felice giunge da Roccasecca, luogo in cui vive e di cui è sindaco, a Napoli insieme alla moglie e alla figlia, Ciccillo mette in scena insieme all'amico Michele un nuovo raggiro ai danni dello zio. Egli infatti millanta da tempo di essere diventato psichiatra e di dirigere una clinica per alienati mentali. Dice di aver bisogno di 500 lire per comprare una macchina per l'elettroshock capace di sanare Michele, da lui spacciato come uno dei pazienti. Naturalmente i soldi gli servono per onorare un debito di gioco, mentre la clinica è in realtà la Pensione Stella, pensione dove Ciccillo e Michele vivono a sbafo, ed i presunti pazzi non sono altro che gli eccentrici clienti della pensione, del tutto sani ma presentati come pazzi da Ciccillo quando lo zio Felice pretende di visitare la clinica.
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